giovedì 15 gennaio 2009

Ravenna: mostra dello storico disegnatore palestinese Naji Al-Ali


Quanto sta accadendo in questi giorni a Gaza dovrebbe scuotere le coscienze dei popoli e dei loro governanti, ma in una forma di latente sonnolenza del muscolo “indignazione”, la popolazione civile è falcidiata per una operazione chiamata “di polizia”.
La galleria “Mirada” di Ravenna a partire dal 16 gennaio fino al 14 febbraio 2009 dedicherà il suo spazio a Naji Al-Ali, creatore del personaggio “Handala”, il piccolo bambino palestinese con le spalle voltate allo spettatore che in moltissimi paesi arabi è una sorta di mascotte venduta in ogni spaccio.
La mostra esporrà una selezione di vignette, tradotte appositamente da Tahar Lamri, intellettuale e scrittore algerino che vive da anni a Ravenna. Inoltre le stampe in mostra saranno messe in vendita e il ricavato sarà devoluto interamente a ospedali della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
L’inaugurazione della mostra avrà luogo venerdì 16 gennaio alle ore 18, seguirà un incontro dibattito sulla Palestina con Tahar Lamri, Alessandro Taddei, Elettra Stramboulis.
Per info: Galleria Mirada, libreria interno 4, via Mazzini 83 Ravenna. www.mirada.it

lunedì 5 gennaio 2009

«Il bambino incantato» di Rashid O.


L’infanzia e l'adolescenza di Rashid in Marocco vengono ritratte in modo incredibilmente realistico, dense di particolari che scioccano sia il lettore arabo-musulmano sia quello occidentale.
Ho acquistato il libro senza sapere che mi sarei trovata di fronte a un libro così forte, ma l'ho letto – divorato direi – in poche ore ..

I rapporti di Rashid con gli uomini, sin da ragazzino, avvengono sotto gli occhi di tutti, nessuno resta scioccato dalla predilezione di un uomo verso un bambino o viceversa dall’attrazione di un bambino per gli uomini adulti. Il libro, scritto in francese e pubblicato in Francia (in Marocco non avrebbe mai potuto veder luce) ripercorre con estremo realismo le esperienze inspiegabilmente crudeli e scioccanti dell’adolescenza di Rashid.

Rashid perde la madre da piccolo e sarà la sorella a farne le amorevoli veci. Nel corso della narrazione, scopriamo la presenza di un nonno invadente, che gioca col nipotino in modo diverso rispetto a quello consono di attenzionare un bambino.
Rashid è l’ultimogenito, vive in una “casa di donne”, lo diverte trascorrere intere giornate con loro, andare al hammam femminile, sbirciare le loro storie e i loro racconti sugli uomini ed è proprio attraverso quei “discorsi sugli uomini” che realizza di provare un desiderio omosessuale, ma non osa confessarlo a nessuno.

Ha vari approcci con l’omosessualità, ancor prima che nasca in lui la malizia, fin quando all’età di 12 anni intraprende una relazione morbosa col suo professore di arabo.
È l’inizio, il principio di un’autentica consapevolezza dell’essere gay, ma è possibile che a 12 anni un bambino abbia già realizzato di essere gay? Rashid è quel che si definisce una vittima di pedofili – uomini adulti, sposati, fidanzati, divorziati – che approfittano del suo corpo.

La figura del padre, aleggia in ogni pagina, per poi trovare spazio autonomo nella parte conclusiva del romanzo, un padre che malgrado fosse marocchino – come più volte dice Rashid – era molto aperto e guidato, nei giudizi e nelle scelte, più dall’amore verso i figli che dagli usi e costumi, nonché relativi tabù della società marocchina.